Quando la realtà ci appare minacciosa o incerta, possiamo essere influenzati dal cosiddetto effetto struzzo, un bias cognitivo di rimozione, che ci fa “nascondere la testa nella sabbia”per evitare di affrontare il pericolo che abbiamo davanti a noi
Per noi è molto difficile volgere lo sguardo al futuro provando a fare ipotesi: le nostre previsioni spesso sono fallaci, specie quando ci obbligano a pensare in modo non lineare
Cultura, età, fattori socio-economici sono tutte variabili che agiscono sul nostro modo di percepire e reagire agli stimoli: abbiamo potuto osservarlo anche durante l’emergenza COVID-19
Il nostro cervello rettiliano si attiva per proteggerci se sente che il pericolo è vicino: rispetto al climate change, il coronavirus ci sprona a cambiare stile di vita perché ci manaccia nel “qui e ora”
Seguire il gruppo ci ha permesso, nell’Antichità, di superare indenni diversi pericoli: ancora oggi istintivamente siamo portati a adattare il nostro comportamento a quello degli altri per ritrovarci nella collettività
L’istinto di sopravvivenza per primo, poi la voglia di non restare a mani vuote: ecco cosa ci spinge a livello non conscio a prendere d’assalto i supermercati anche se sappiamo benissimo che verranno riforniti giornalmente
La cornice attraverso cui osserviamo la realtà influisce in maniera determinante sul modo in cui processiamo gli stimoli, influendo sul nostro decision making anche in situazioni particolari come quella attuale, legata a COVID-19
Il nostro cervello è fatto per legare concetti anche lontani tra loro per dare senso alle informazioni: che può accadere a un brand se, improvvisamente…
Tra gli strumenti più ingombranti e costosi, c’è la risonanza magnetica funzionale, un tool però fondamentale per scoprire quali aree si attivino nel cervello di fronte a un particolare stimolo, interno ed esterno.