DIGITAL DETOX, UNA DEFINIZIONE FREQUENTEMENTE CITATA, SOPRATTUTTO CON L’AVVICINARSI DELLA PAUSA ESTIVA. GLI APPROCCI AL TEMA POSSONO ESSERE DIVERSI, MA ALCUNI RISULTANO PIÙ PROFICUI DI ALTRI.

Le vacanze sono il periodo in cui ognuno di noi approfitta di un momento di pausa per allontanarsi dalla solita routine e recuperare le energie spese durante un anno di lavoro. Il rischio però, è quello di non riuscire a staccare a sufficienza la mente, rendendo meno efficaci i benefici delle vacanze.

Sappiamo che il distacco da una dimensione tecnologica, di presenza pubblica e presidio di più canali social può essere difficile da mettere in atto. Ma senza dubbio un periodo di Digital Detox, letteralmente “disintossicazione digitale”, ovvero una finestra temporale di durata variabile durante la quale disconnettersi dai device è importante e può rivelarsi fondamentale, se si cerca l’occasione per migliorare il proprio rapporto con la tecnologia e l’approccio agli ambienti digitali.

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Perché è necessario il Digital Detox

Oltre al meritato riposo, un periodo di distacco dal digitale risponde all’esigenza di mettere un freno alla dipendenza dagli smartphone, molto più comune di quanto si possa immaginare. Basta osservare qualche dato per rendersi conto: secondo un report realizzato da Deoloitte, emerge che le persone controllano il proprio smartphone già pochi istanti dopo essersi svegliate. Se non peggio, anche durante la notte.
A condizionare chi è restio al distacco da internet è il fenomeno definito come FOMO, “fear of missing out”, ovvero il timore di perdere qualcosa di importante durante la nostra assenza. Questa sensazione è generata da un meccanismo del nostro cervello e dalla sua reazione agli stimoli provenienti dai device. Questi oggetti, infatti, sono ormai diventati un’estensione di noi stessi, secondo un processo evoluzionistico.

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L’esposizione agli stimoli che rende necessario un Detox dal digitale

Il nostro cervello è predisposto per prestare particolare attenzione agli stimoli rapidi e repentini.

In realtà non soltanto il cervello umano funziona in questo modo. Gli animali, in particolare i volatili, reagiscono a stimoli artificialmente arricchiti di attrattiva e interesse, in grado di generare una loro risposta, istintiva e più elevata di quella che si sarebbe ottenuta con uno stimolo naturale. Si parla allora, in questi casi, di “super-stimoli”.

Per noi le notifiche di mail, messaggi, aggiornamenti e telefonate hanno questo ruolo. Attirano la nostra attenzione e ci distolgono da qualunque altra attività per dirottarci sul contenuto dello stimolo in ingresso. L’evoluzione ha reso automatico questo comportamento, grazie allo sviluppo del sistema stimolo-risposta. Tuttavia siamo oggi sottoposti ad un carico di informazioni sovrabbondante, difficilmente processabili in maniera efficiente e causa di distrazione dai compiti quotidiani.

Diversi Digital Detox

La versione più nota e conosciuta di un normale digital detox è quella che prevede un distacco totale da tutto ciò che è digitale: spegnere il computer e il telefono, non rendersi reperibili.

È opinione comune, infatti, che per un rientro al pieno della produttività sia necessario riappropriarsi di un più sano rapporto con la tecnologia, allontanandosi totalmente da essa. Ma non è sempre così.

La modalità appena descritta si rifà ad un approccio di ispirazione statunitense, ma esiste anche una scuola di pensiero di ispirazione mediterranea. Questa vede nel Digital Detox la finestra ideale per staccarsi da quelli che prima abbiamo chiamato “super-stimoli”, approfittando di questa temporanea “libertà” per riflettere su come organizzare meglio la propria presenza su social media ed altri canali pubblici. Sono numerosi i VIP e gli influencer che seguono questa tendenza. Staccarsi dai social per ritrovare sensazioni autentiche, concentrazione non contaminata da elementi di disturbo e una propria nuova voce può risultare molto utile, provare per credere.

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Come attuare al meglio il proprio Digital Detox

Sono pochi e semplici gli accorgimenti da seguire per rendere fruttuoso il proprio Detox Digitale, secondo un articolo di Forbes risalente al 2014- segno che questa necessità si manifesta ormai da anni. Anche senza ricorrere a strumenti per certi versi estremi come Detox Hotel -luoghi rilassanti e immersi nella natura senza connessione wi-fi- o assistenti digitali che impediscano l’accesso materiale al nostro smartphone, il proposito può e dovrebbe essere sostenuto dalla nostra autodeterminazione.

Importantissimo, per partire con il piede giusto, pianificare l’inizio e la fine del nostro Detox, così da rendere netta la separazione tra la presenza e l’assenza di strumentazione digitale. Un confine labile e impreciso potrebbe farci demordere, considerato che si tratta pur sempre di una forma di dipendenza. Efficace può essere l’utilizzo analogico di un diario, per appuntare pensieri e riflessioni che potranno tornarci utili quando riprenderemo ad essere online.

Ricordiamoci infine di comunicare la nostra irreperibilità. Un messaggio che arrivi al momento sbagliato può rappresentare una tentazione per la nostra astrazione.

Il ritorno al digitale

Una volta concluso il Digital Detox cosa potremmo aver guadagnato o imparato? Sicuramente una nuova prospettiva di consapevolezza grazie alla quale comprendere di poter essere utili ed efficienti anche senza il costante presidio di ogni canale comunicativo.

Ancora più importante, delle nuove idee che altrimenti non sarebbero emerse nella nostra mente. Questo perché in assenza di notifiche e aggiornamenti, i pensieri seguono percorsi più lineari e ininterrotti, permettendo a brillanti intuizioni di venire a galla.

E quando sarà il momento di rifare il log in, non fatevi scoraggiare da un overload di stimoli e richieste. Se avremo portato a termine il digital detox con autentica consapevolezza, saremo pronti ad un rientro piacevole e al massimo della produttività, con ritrovate capacità di gestione. Fino al prossimo detox!

Vedi anche: Cambiare abitudini: un piccolo passo alla volta per superare i bias cognitivi