Abbiamo già dedicato un articolo al bio sul nostro blog e crediamo che sia giunto il tempo di dare una nuova lettura del fenomeno, due anni più tardi. Il mondo bio continua a crescere, uscendo definitivamente dai canali specializzati come la farmacia ed espandendosi alla GDO: oramai non c’è supermercato che non dedichi un reparto a prodotti bio, dal cibo alla cosmesi. Per questo abbiamo deciso di tracciare un bilancio aggiornato, un quadro che restituisca con quale approccio Ottosunove risponda alla crescita esponenziale del bio, dando la parola a Rossana Clementi, pm che si occupa giornalmente del settore per l’agenzia.
- Quali sono, di cosa si occupano i clienti di Ottosunove che operano nel bio? Che attività seguiamo per questi clienti?
La nostra agenzia collabora con diverse realtà del mondo bio e con i maggiori player del mercato, fattore che ci ha concesso di maturare una buona expertise nel campo sia alimentare, sia della cosmesi naturale. I progetti che seguiamo sono molteplici e diversi sono i profili coinvolti per le diverse attività.
Per quanto riguarda il settore alimentare, organizziamo giornate di consulenza con esperti in nutrizione in farmacia e nei punti vendita specializzati, volte a sensibilizzare e orientare i clienti verso un’alimentazione più sana e consapevole, con specifiche azioni di “educazione alimentare”. Seguiamo degustazioni con sales specialist sul canale specializzato per i maggiori player sul mercato. Inoltre abbiamo anche trattato attività di merchandising.
Nel settore della cosmesi naturale, invece, in questo momento stiamo seguendo un interessante progetto per il lancio di una nuova linea di cosmetici bio in farmacia, per il quale è prevista un’attività di beauty consultancy. Supportiamo anche i nostri clienti durante eventi espositivi e formativi rivolti agli operatori del settore con figure di make up artist.
- Che momento sta vivendo il bio in Italia, oggi?
Il settore bio in Italia continua a crescere: la domanda di prodotti è forte e trainata dal crescente interesse dei consumatori per il benessere fisico e la sostenibilità ambientale. Il mercato interno è passato in circa dieci anni, dal 2009 al 2018, da 1,6 a 4,1 miliardi di euro, registrando un +164%. Soltanto nell’ultimo anno la crescita è stata oltre il 15% (fonte Biobank).
È soprattutto la GDO ad intercettarne la crescita con un incremento del 100% in soli 5 anni, favorito principalmente da forti investimenti in private label bio e dall’ampliamento dell’offerta. Se 10 anni fa quasi la metà delle vendite del bio era effettuato sui canali specializzati, a discapito dei supermercati con una quota del 29%, ora la situazione si è capovolta: si registra infatti il 21% contro il 47% (onte Osservatorio Sana).
E se nel frattempo continua la fase propulsiva della cosmesi naturale e bio, ma, allo stesso tempo, cresce anche il fenomeno del “greenwashing” che approfittando della mancanza di una normativa europea in merito, cavalca semplicemente l’onda dei consumi del bio, utilizzando impropriamente i claim, proponendo prodotti senza certificazioni, con comunicazioni che talvolta possono essere ingannevoli.
- Che cosa comporta la promozione di un prodotto bio?
Il biologico, come detto, da fenomeno di nicchia sta diventando di massa, ma c’è ancora molta disinformazione al riguardo. Nell’andare a promuovere un prodotto bio occorre, in primo luogo, da parte della risorsa coinvolta nell’attività, un’ottima preparazione sui regolamenti che disciplinano il bio e le relative certificazioni e poi, sicuramente, una predisposizione e una sensibilità verso questa tematica: il biologico è sostenibilità ambientale, salvaguardia delle risorse naturali, qualità, tutela della biodiversità e valorizzazione dei territori.
È fondamentale comunicare questi valori in modo da indirizzare i clienti verso un consumo maggiormente sostenibile e più consapevole.
- Un assaggio gratuito di un prodotto può agevolare l’acquisto da parte del consumatore, come suggerisce il neuromarketing. Può questo stratagemma avvicinare sempre più persone al bio? Come risponde il pubblico agli assaggi?
La prova prodotto è sicuramente un’ottima strategia per approcciare il cliente. In ambito alimentare, per esempio, la degustazione permette di far conoscere il prodotto e ne incentiva l’acquisto, come dimostrano i dati raccolti durante i nostri eventi. Anche nella cosmesi la possibilità di sentire la texture del prodotto, la profumazione, diventa un’importante leva di coinvolgimento del cliente sia dal punto di vista emotivo, sia sensoriale.
Come raccontato in un nostro precedente articolo, un test di neuromarketing ha provato che se una piccola tentazione tira l’altra: un piccolo assaggio motiva i consumatori in maniera determinante verso l’acquisto di un prodotto. Ma è bene non esagerare: troppa stimolazione potrebbe allontanare possibili acquirenti dalla scelta di un prodotto, perché “sazi” di quanto hanno già avuto modo di assaggiare.
Comments by Gabriele Sebastiani