Nel tumultuoso panorama del marketing moderno, emergono due giganti del cambiamento: il neuromarketing e l’intelligenza artificiale. Un binomio che sembra uscito da un romanzo di fantascienza, ma che sta trasformando la realtà delle strategie pubblicitarie.

Un po’ di storia.

L’intelligenza artificiale (IA) è un ramo dell’informatica che mira a creare sistemi capaci di svolgere compiti che normalmente richiedono l’intervento dell’intelligenza umana. Queste mansioni possono includere l’apprendimento, il ragionamento, la percezione visiva, il riconoscimento vocale, la comprensione del linguaggio naturale e la risoluzione di problemi complessi.

L’idea di creare macchine “pensanti” ha radici molto antiche. Tuttavia, L’IA come disciplina scientifica nasce nel XX secolo: è nel 1956 che l’informatico statunitense John McCarthy, in occasione della conferenza di Dartmouth, l’evento ufficiale che segna la nascita del campo di ricerca in questo settore, conia per la prima volta il termine ‘’intelligenza artificiale’’.

In origine le ricerche sull’IA si focalizzarono principalmente su problemi simbolici e sulla programmazione logica. Successivamente, tra il 1980 e il 1990, l’attenzione si spostò sull’apprendimento automatico e le reti neurali, prendendo ispirazione dal funzionamento del cervello umano e dalla sua struttura.

È solo negli ultimi anni che l’IA ha mosso i passi più grandi grazie all’aumento della potenza di calcolo, alla sempre maggiore disponibilità dei Big Data e ai crescenti progressi nei modelli di apprendimento profondo. Questa serie di migliorie e sviluppi hanno catapultato le capacità dell’IA permettendole di superare, in velocità ed efficacia, le prestazioni umane in una vasta gamma di compiti, dall’analisi di immagini mediche all’elaborazione di liste di dati, dalla segmentazione di gruppi alla ricerca di dati all’interno di un bacino enorme di informazioni.

Neuromarketing e intelligenza artificiale: una combinazione potente.

Con il tempo, il campo di studi del marketing si è espanso. Ai trend e ai dati di mercato, alle ricerche qualitative e quantitative si sono aggiunti analisi psicologiche e comportamentali e conoscenze sull’attività cerebrale. Anche l’informatica e altri campi affini si sono gradualmente uniti con l’obiettivo di ottenere un ritratto più dettagliato del comportamento del consumatore.

L’approccio neuromarketing utilizza le conoscenze neuroscientifiche e comportamentali per comprendere sempre meglio desideri, atteggiamenti e attese delle persone, il modo in cui gli stimoli di comunicazione vengono processati dal cervello e quali processi cerebrali sono alla base delle decisioni e delle scelte di acquisto. 

A questa potente formazione di discipline si è recentemente aggiunta l’intelligenza artificiale, che gioca un ruolo rilevante nel potenziarne l’efficacia grazie alla sua capacità di processare e classificare milioni e milioni di bits di dati in tempistiche brevissime.

Le analisi degli indicatori neurometrici che misurano attenzione, memorizzazione, interesse, fatica cognitiva ed emozione delle persone di fronte ad uno stimolo, producono enormi quantità di dati complessi. L’IA, attraverso l’apprendimento automatico e l’analisi predittiva, può semplificare e velocizzare la lettura ela decodifica di questi dati. Può essere usata, per esempio, per l’analisi di dati raccolti con l’EEG o l’Eye tracking.

La maggior parte della popolazione oggi è considerata come ‘’consumatore digitale’’; si intende così classificare qualsiasi persona che, nell’era digitale in cui ci troviamo, lascia una piccola – o grande – traccia di sé.

Pubblicazioni sui social, acquisti online, sottoscrizioni a blog o servizi, opzioni di pagamento, sondaggi e inviti. Tutti questi dati vengono accumulati e decodificati in modo permanente e, grazie ai programmi di IA, possono essere rapidamente recuperati e clusterizzati, migliorando la conoscenza degli interessi e delle abitudini delle persone.

I consumatori rispondono in modo diverso alle varie strategie di marketing, e agli stimoli di comunicazione in base alla loro personalità, a molteplici fattori strettamente personali e al contesto di riferimento. L’IA aiuta a determinare i diversi tratti di personalità e le caratteristiche specifiche per ciascun gruppo di consumatori, fornendo insight utili alla definizione di eventuali sottogruppi, agevolando così una dettagliata personalizzazione di azioni di marketing, che è una delle attese più sentite di questo periodo.

In conclusione.

Nell’attuale contesto di analisi per la definizione di strategie e azioni di marketing, la crescente complessità e la grande quantità di informazioni richiedono un sempre più elevato livello di intelligenza, giudizio e velocità di elaborazione. Come dimostrato da recenti studi e ricerche, l’IA è un’utile risorsa che può potenziare i metodi di analisi e ricerca tradizionali e neuroscientifici, ampliando la gamma di possibilità di applicazione in campo marketing e comunicazione.

Fonti:

https://link.springer.com/article/10.1186/s40708-020-00109-x

http://journal.iujharkhand.edu.in/Feb-2022/Neuromarketing-and-Artificial-Intelligence.pdf

https://www.researchgate.net/profile/Azra-Emic/publication/333295573_ARTIFICIAL_INTELLIGENCE_AND_NEUROMARKETING_VJESTACKA_INTELIGENCIJA_I_NEUROMARKETING/links/5ce5c857458515712ebb8077/ARTIFICIAL-INTELLIGENCE-AND-NEUROMARKETING-VJESTACKA-INTELIGENCIJA-I-NEUROMARKETING.pdf