Intervista a Roberto Ceschina – Senior trainer e coach PCC – TEAM COACH – Facilitatore certificato Lego® Serious Play®

Imparare divertendosi? Tutt’altro che impossibile: è ampiamente dimostrato come il gioco, specie il cosiddetto “serious game”, sia uno degli strumenti migliori per apprendere nuove competenze e modellare il cervello, accrescendone le sue potenzialità.

Non a caso, è uno dei mezzi più utilizzati dagli esseri umani, sin da bambini, per fare esperienza del mondo, per rapportarsi con gli altri, per esercitarsi con costanza e raggiungere un obiettivo prefissato.

Giocare è un atto naturale e utile per la nostra crescita, non solo nell’infanzia, come ci racconta Roberto Ceschina, Senior trainer e coach PCC, Team Coach, Facilitatore  certificato Lego® Serious Play®, che abbiamo intervistato proprio per approfondire le possibilità e le potenzialità del gioco per la crescita personale e professionale.

roberto ceschina
Roberto Ceschina

“Nel suo libro “Homo ludens” pubblicato nel 1938, Johan Huizinga esamina il gioco come fondamento di ogni cultura dell’organizzazione sociale”, ci spiega Ceschina, “evidenziando il fatto che anche gli animali giocano, quindi il gioco rappresenta un fattore pre-culturale, insito nell’essere umano”.

Roberto, in che modo le dinamiche di gioco possono aiutare a migliorare la formazione aziendale, il coaching e la crescita personale?

Giocare seriamente da adulti ha molteplici vantaggi nell’applicazione formativa, coaching e crescita personale.

I vantaggi dei serious game, infatti, sono molteplici:


  • Possono essere sviluppati in maniera molto flessibile e sono quindi estremamente adattabili al contesto all’interno del quale verranno utilizzati;
  • Consentono un attivo coinvolgimento dei partecipanti che pertanto diventano i protagonisti dell’esperienza formativa o del percorso di Coaching;
  • Permettono di veicolare contenuti che, attraverso la formazione classica, risulterebbero molto più difficoltosi (o perfino noiosi) da apprendere;
  • Stimolano la riflessione e l’interiorizzazione di cambiamenti che solo attraverso l’esperienza diretta possono trovare radicale modificazione;
  • Forniscono la possibilità di ricreare un ambiente protetto nel quale il fruitore ha la possibilità di mettersi in gioco senza aver paura di sbagliare ma anzi può imparare dai propri errori per non commetterne nella vita reale. Questo approccio è molto flessibile e viene utilizzato in diversi ambiti: dalla pianificazione strategica al product design fino all’HR management.

Le persone riescono a trasferire quanto appreso in gioco nella vita reale lavorativa?

Come formatore e Coach penso che non ci sia paragone tra ciò che viene appreso con la formazione esperienziale rispetto ad una classica. Una nota citazione dice che l’esperienza è il miglior maestro prima ti fa vivere la situazione e poi ti chiede la lezione.

Il serious game porta in dote proprio questo connubio: giocare, sviluppando creatività ed immaginazione, seriamente, con finalità concreata.

Nel gioco serio sono i giocatori a sviluppare prospettive diverse e a testare “sul campo” gli effetti delle loro scelte con una immediata applicabilità: non dobbiamo dimenticare, poi, che nella struttura del gioco il partecipante è assoluto protagonista, al centro dell’esperienza formativa.

In che cosa consiste, quali sono i vantaggi educativi del serious game? Perché può essere una metodologia efficace da adottare per aziende e professionisti HR?

Apprendere e ottenere risultati attraverso il divertimento: questo è il principale vantaggio del gaming nella formazione aziendale. Per la funzione HR i serious game possono essere utilizzati anche per comprendere e costruire la cultura aziendale, alimentandone valori e creando competenze trasversali. Siamo davanti a un training formativo coinvolgente e versatile.

Inoltre, il serious game permette agli HR di sperimentare situazioni e ambienti non disponibili nella vita reale, trasformando il training in un’esperienza coinvolgente.

Per la mia esperienza, un altro settore in cui si può applicare con notevoli risultati è l’ambito della selezione del personale. Il gioco permette di valutare scientificamente le componenti psico-attitudinali, mettendo gli eventuali candidati di fronte a scelte che richiedono determinate skill, come la capacità di ascolto e comunicazione. Lo scenario creato, le sfide e le missioni prospettate fanno emergere competenze trasversali e il carattere in un ambiente esperienziale tale da poter fare una valutazione più completa rispetto ai tradizionali metodi di recruiting.

Quali sono, secondo lei, gli aspetti di cui tenere conto per costruire un progetto di gamification efficace?

La prima di tutte viene ben richiamata dal termine inglese di gioco, play, che evidenzia la componente del divertimento, della partecipazione e dell’ingaggio. Quindi il progetto del gaming deve tenere assolutamente conto della Teoria del Flow, espressa dallo psicologo Mihaly Csikszentmihalyi nel 1975.

Il Flow o Esperienza Ottimale è “uno stato in cui la persona si trova completamente assorta in un’attività per il suo proprio piacere e diletto, durante il quale il tempo vola e le azioni, i pensieri e i movimenti si succedono uno dopo l’altro, senza sosta” questo deve esserci nel gioco. Quindi il gioco va progettato proprio per far vivere al partecipante l’esperienza di FLOW.

Quando progetto personalmente il serious game, altri passaggi preliminari fondamentali sono:

  1. l’analisi accurata dei bisogni formativi del target;
  2. la progettazione vera e propria;
  3. lo story board.
Le tre fasi

La progettazione comprende la scelta dello stile di comunicazione e definisce il percorso del gioco e degli scenari decisionali, influendo quindi sul livello di interattività del serious game. Inoltre, in questa fase si definisce lo stile grafico del serious game.

Lo story board prevede una descrizione testuale degli scenari, dei personaggi, dei dialoghi e l’attività di designer. È una fase importante perché si inizia a condividere con il cliente lo stile del cartoon, la grafica, l’aspetto dei personaggi. Nella fase successiva inizia la fase di produzione vera e propria: si realizza la grafica, i template e il player personalizzato.

Perché funzioni, è importante prestare attenzione alcuni punti. Non sono solo fattori come la coerenza narrativa del gioco formativo, l’usabilità dell’ambiente di gioco e un design curato che assicuri la migliore user experience possibile. Ancora una volta si tratta di fattori più contestuali, come partire da una strategia e da obiettivi ben precisi e misurabili o accertarsi, in anticipo, che la propria cultura aziendale si sposi bene con la filosofia di una formazione che sconfini nel gioco e, ancora, avere chiaro in mente che usando la gamification per la formazione aziendale si creano esperienze immersive, che hanno molto a che vedere con le forme di intrattenimento branded.

Quanto il serious game può influire positivamente sulle dinamiche di team building e di crescita personale?

Proprio per la sua natura il gioco favorisce il team work che può essere letto anche in chiave di team building.

serious game

L’aspetto notevole sta proprio nel formato: riunire un gruppo di persone che potrebbero anche non essersi mai viste prima, o conoscersi poco, dividerle in gruppi, dare loro un tema specifico su cui lavorare (es. la comunicazione orizzontale tra reparti diversi della propria azienda) e chiedere loro di realizzare un gioco che affronti il tema in ottica serious game.

Se pensiamo alla potente metodologia LEGO SERIOUS PLAY un dei tanti valori metodologici è il coinvolgimento attivo di tutti i partecipanti, in quanto gli step del metodo prevedono una prima costruzione individuale e successivamente uno storytelling e la costruzione condivisa.

È più efficace operare con gruppi piccoli o il numero dei partecipanti non ha un vero peso?

La mia esperienza mi porta a non pensare al numero di partecipanti in modo vincolante. Sappiamo che piccoli gruppi favoriscono profondità di interazione, quindi li prediligo, ma anche grazie ad un network di facilitatori esperienziali è possibile realizzare attività anche di “sana competizione” con grandi gruppi. Ad esempio, recentemente abbiamo realizzato una convention online con ben 500 partecipanti.

I LEGO per accrescere il proprio potenziale di Problem soling: che risposta ha ottenuto nei progetti che includevano gli iconici mattoncini?

Incontro la metodologia LEGO SERIOUS PLAY nel 2004 e me ne innamoro subito perché è una facilitazione creativa al pensiero generativo e creativo. Il metodo permette di valorizzare il singolo ed il team, consentendo a qualunque tipo di organizzazione di ottenere risultati concreti.

TEAM WORK
Un progetto di Roberto Ceschina di LEGO SERIOUS PLAY

Il cervello umano durante l’evoluzione a homo habilis ha sviluppato la propria manualità per riuscire a generare soluzioni pratiche e per risolvere problemi derivanti da particolari condizioni ambientali e proprio grazie a queste attività si sono create numerose connessioni tra cervello e mani.  Il claim del metodo LEGO SERIOUS PLAY è “pensare con le mani”: questa è una delle sue più grandi potenzialità.

La maggiore differenza tra l’utilizzo dei brick tramite la metodologia LEGO SERIOUS PLAY è connessa al ruolo che gioca la fantasia

in questo caso, infatti, i modelli che vengono costruiti non hanno come obiettivo quello di rappresentare la realtà, ma al contrario di trascenderla e fungere da metafore attraverso le quali raccontare qualcosa. L’utilizzo di queste figure retoriche permette spesso di generare nuove prospettive.

serious game

Per i partecipanti l’approccio di problem solving derivante da Serious Play permette di assumere prospettive diverse da quelle abituali, aumentando pertanto creatività e innovatività delle soluzioni generate

Le risponde quindi sono molto positive: possibilità di esprimere in modo creativo il proprio pensiero, interazione dinamica con il pensiero degli altri e focus su soluzioni creative.

Quanto è importante il debrief dopo il gioco? Come viene fatto?

Così viene definito da Michael Schrage nel suo libro “Serious Play: How the world’s best companies simulate to innovate” questo termine che può intuitivamente sembrare composto da due parole quasi opposte, ma che, nel particolare contesto dell’innovazione, rappresentano il connubio perfetto per riuscire a creare qualcosa di unico.

Ecco perché lo step del debrifing è, per mia esperienza, fondamentale per dare la connotazione di “serietà del gioco” e per “tirare le fila” degli output prodotti.

Personalmente anche come Coach propongo una finalizzazione che segue i principi dell’apprendimento e del piano d’azione tipico del Coaching e i potenti tools del Design Thinking.