Moltissime persone nell’ultimo anno si sono rivolte ai videogiochi e al social gaming per distrarsi, vivere esperienze coinvolgenti ed evadere dalla vita condizionata da lockdown e restrizioni, entrando in contatto con altri utenti accomunati dallo stesso interesse su piattaforme social in trend come Twitch e YouTube.
Canali che oggi rappresentano terreno fertile per i brand intenzionati ad implementare la propria presenza digital.
Le aziende qui hanno l’opportunità di rivolgersi a una categoria di consumatori reattiva, eterogenea, molto engaged sul digitale e in un contesto di senso connotato positivamente: quello dell’intrattenimento.
Social gaming: numeri del fenomeno
Il report Social Media Trend 2021 di Talkwalker, piattaforma di monitoraggio dati social, spiega che nel corso dell’ultimo anno il numero di persone che si sono dichiarate videogiocatori è aumentato del 32%, arrivando a contare 41,2 milioni di utenti a luglio 2020.
Una crescita che ha determinato l’esplosione di comunità digitali sulle più famose piattaforme streaming, come Twitch, YouTube e la relativamente nuova Facebook Gaming: nuovi social che solo nel 2020 hanno registrato 2 miliardi di ore di visualizzazione di video e stream da parte degli utenti, come illustrato dal report di StreamElements e Rainmaker.
Social gaming: giocare oggi significa “fare community”
Avevamo già osservato come conoscere persone online, divertendosi sia stato utile per evadere dalla monotonia della vita condizionata da lockdown e restrizioni.
Se fino a poco tempo fa vigeva una sorta di pregiudizio nei confronti dei videogiocatori, durante la pandemia è emerso ed è stato più largamente apprezzato il lato engaging e comunitario del gaming.
Il report di Talkwalker evidenzia infatti che le parole chiave usate più frequentemente dai videogamer siano proprio quelle legate ai loro compagni di gioco online.
Social gaming, un terreno fertile per il marketing?
È quindi prevedibile che i canali popolati dalle community gamer assumeranno presto il ruolo di nuovi e determinanti mezzi di comunicazione, molto appetibili ed efficaci perché popolati da un pubblico in continua espansione e per propria natura engaged ed eterogeneo.
Ad avvicinarsi ai videogame, infatti, non sono più soltanto bambini o adolescenti, ma anche adulti di diverso genere ed età.
Per questo oggi può risultare strategico strutturare piani di social gaming marketing che arricchiscano e rendano più efficace la presenza di un brand sul digitale.
Perché il social gaming marketing è importante?
Perché i giochi online e le app ludiche si sono dimostrate ottimi canali per catturare l’interesse degli utenti: si tratta di ambienti in cui le persone sono fortemente reattive e disposte a prestare attenzione a brand capaci di rivolgersi loro in modo rilevante, memorizzando più facilmente gli input a cui vengono esposti in un contesto connotato positivamente.
Il gioco è infatti un formidabile strumento di apprendimento attraverso il quale, sin da bambini, impariamo a misurarci con le nostre forze e i nostri limiti, ad interpretare istintivamente l’ambiente che ci circonda, a relazionarci con gli altri, integrarci nella società in cui viviamo.
Il gioco e il cervello: due ricerche
Esso può modellare la struttura del cervello, andando a modificare e favorire determinati comportamenti, oltre che potenziare, rendendole più reattive agli stimoli esterni, le aree cerebrali delegate all’attenzione, migliorando sia le prestazioni di quella selettiva che di quella di lunga durata.
Questo è quanto emerso da un noto studio dedicato ai videogame e ai loro effetti sul cervello dei ricercatori Marc Palaus, Elena Marron, Raquel Viejo-Sobera, Diego Redolar-Ripoll e pubblicato dalla rivista scientifica Frontiers in Human Neuroscience.
In particolare i videogiochi sarebbero in grado di attivare più efficacemente le aree del cervello deputate alla scansione spaziale, come l’ippocampo destro che nei videogamer più esperti è molto più sviluppato rispetto alla norma.
Un’ulteriore ricerca dei neuroscienziati Adam Eichenbaum, Daphne Bavelier e C. Shawn Gree, ha provato che i videogiocatori sono in grado di ottimizzare con maggiore facilità le risorse mentali, prendere decisioni in tempi rapidi ed essere più efficienti nello svolgimento di diversi compiti in contemporanea.
Social gaming marketing in pratica: il caso Tenet
Una case interessante che sfrutta al meglio le potenzialità social dei videogiochi è il lancio, nel 2020, del trailer del film Tenet, diretto da Christopher Nolan e prodotto da Warner Bros.
Warner ha sfruttato le potenzialità di Fortnite, amatissimo videogame giocato da 350 milioni di utenti soltanto nel 2020, per creare anticipazione ed interesse nei confronti del suo titolo in uscita, scegliendo questo canale per svelare in anteprima il trailer del film.oppure attiva JavaScript se è disabilitato nel browser.
In particolare, Warner ha scelto di utilizzare la modalità Party Royale, uno spazio di gioco dedicato agli utenti che durante la partita, desiderano vogliono interagire e coinvolgere community esterne.
Dando un appuntamento e mostrando per un breve periodo di tempo il trailer di Tenet ai giocatori “loggati” in quel preciso momento, Warner è stata in grado di generare moltissime conversazioni e menzioni. Non solo all’interno della community del gioco, ma anche al di fuori, proprio perché Fortnite è uno di quei titoli i cui utenti condividono le proprie esperienze di gioco sui social.
Inoltre, successivamente alla prèmiere del film, il nome di Tenet è stato associato e taggato sui social insieme a Fornite, aumentando l’awareness del lungometraggio grazie al coinvolgimento a livello organico grazie a post e discussioni generati dai gamer, di ben 10,3 mila utenti.
Social gaming marketing: da dove partire?
- Ampliare la conoscenza social: più che sui social “classici”, le community sono forti e larghissime su piattaforme come Twitch o Quora, o anche il chiacchieratissimo Clubhouse. Qui le persone entrano in relazione con altri utenti e prendono parte a discussioni soprattutto sulla base di temi a cui tengono e sono interessati;
- Conoscere le community: studiare le nuove piattaforme e le community più rilevanti per individuare quali siano più affini al proprio target.
- Studiare il target e il suo comportamento su questi canali: comprendere ciò che il pubblico ricerca su questi canali, come comunica e cosa si aspetta. Considerare le motivazioni che spingono un utente a giocare o ad entrare in contatto con community di gamer, ossia svago e intrattenimento, per costruire contenuti pubblicitari o promozionali coerenti al contesto se non con un preciso ruolo nell’attività ludica.
- Inserire contenuti pubblicitari dentro ad un gioco: una strada molto efficace prevede l’inserimento di pubblicità o prodotti all’interno di un gioco. Non soltanto come banner tra un match e l’altro, ma anche come elemento “giocabile” o inserito nel gioco stesso, affinché gli utenti possano interagirvi in una cornice di senso connotata positivamente, proprio come abbiamo visto nel caso del lancio di Tenet.
In conclusione:
Come abbiamo visto, il social gaming marketing è un valido alleato per rendere più coinvolgente la comunicazione digitale dei brand.
Al contrario di quanto accade molto spesso sui social, ambienti in cui ads di prodotti e servizi vengono fruiti “passivamente” dall’utente, che talvolta può percepire queste comunicazioni come invasive, sfruttando al meglio le potenzialità dei giochi online e delle community di gamer è possibile invece rivolgersi al pubblico e fidelizzarlo in modo coinvolgente, divertente e attivo, contribuendo e prendendo parte alla sua esperienza di intrattenimento.
Fonti:
Report Social Media 2021 – Talkwalker
Comments by Gabriele Sebastiani