Quando I dipendenti diventano giocatori.
Non ci adagiamo, ci piace leggere, imparare, crescere e condividere.
Per questi motivi abbiamo creato il programma di formazione interno “Run to Vision” con l’obiettivo di approfondire la tematica legata alle tecniche di vendita in chiave Neuroscientifica.
Buona lettura!
Le scorse volte abbiamo parlato dei meccanismi della Gamification e abbiamo presentato delle case history di successo, stavolta invece vogliamo parlare di gamification negli ambienti lavorativi.
Sebbene tradizionalmente gioco e lavoro non siano conciliabili tra loro, ultimamente stanno diventando gli elementi chiave delle aziende più lungimiranti. Si tratta infatti di una scelta strategica che si presta a ripensare in chiave di gioco e di interazione tra colleghi i compiti quotidiani anche più noiosi e complessi come l’assunzione e la formazione dei dipendenti, i controlli di qualità, la gestione dei fornitori e delle vendite e ogni altro ambito professionale.
L’obiettivo è quello di rendere l’esperienza lavorativa più coinvolgente, divertente e, di conseguenza, più produttiva. Vediamo quali sono, quindi, gli step da seguire per poter concretamente realizzare una gamification di successo all’interno di un contesto lavorativo:
1 – Definire gli obiettivi di business
Se non si hanno ben chiari gli obbiettivi che si intende raggiungere il rischio di fallire è molto elevato. Con obiettivi si intendono le finalità specifiche legate al gioco che si sta considerando, come per esempio l’efficienza dei dipendenti e non gli obiettivi strategici dell’impresa nella sua totalità.
2 – Capire i giocatori e il contesto in cui si opera
È bene far in modo che gli obiettivi definiti diventino concreti in modo da poter di conseguenza misurare i comportamenti dei soggetti partecipanti al gioco. Gli obiettivi considerati possono contenere elementi di conflitto al loro interno pertanto è bene premiare ciò che si vuole davvero conseguire. Per esempio, quando si vuole raggiungere come obiettivo di velocizzare il lavoro, si rischia che il dipendente svolga la propria attività con troppa rapidità riducendo la qualità, bisogna quindi fare attenzione a ciò poiché invogliare un comportamento di questo tipo sarà solo dannoso e costoso.
3 – Definire il gioco e crearne la struttura
È importante focalizzarsi sull’uso corretto degli elementi caratterizzanti del gioco, in quanto solo i giochi divertenti continueranno ad essere usati nel lungo termine dai dipendenti. Si può strutturare il gioco su due livelli: un livello micro chiamato “Engagement loop” legato all’azione del singolo individuo secondo un processo motivazione-azione-feedback, e un livello macro detto “Progression loop” ossia un macro obiettivo di lungo termine suddivisibile in piccole “missioni” a breve termine. Bisogna assicurarsi che nelle prime fasi del gioco questo sia facile per il giocatore, in questo modo acquisterà esperienza e potrà/vorrà proseguire.
4 – Implementare e connettere il sistema del gioco
È possibile acquistare un sistema già esistente e poi implementarlo, oppure costruirlo partendo da zero. Si può per esempio connettere un sistema di formazione aziendale interno con il gioco in modo tale da combinare i valori delle attività dei giocatori. È infatti fondamentale che il sistemi rilevi le azioni per registrarle, dando una valutazione dei comportamenti dei giocatori e restituendo dei feedback sotto forma di informazioni e elementi di gioco.
5 – Provare e ottimizzare
Provare e provare! Bisogna verificare tramite simulazioni che i comportamenti stimolati e ricompensati corrispondano a quelli che ci si era prefissati oppure se le ricompense premino attività non volute. Pensa per esempio a come le persone possono barare, si potrebbe scoraggiare l’azione usando questo a proprio favore, magari attribuendo un punteggio all’azienda invece che al giocatore.
6 – Iniziare il gioco, monitorare e migliorare
Monitora il gioco costantemente e aggiustalo quando non va nella giusta direzione correggendo certe azioni o inserendo nuovi elementi. Infine, intervista spesso i giocatori anche all’interno del gioco, così sarà possibile identificare gli elementi funzionanti, quelli poco utili o quelli addirittura dannosi.
Buon lavoro e buon divertimento!
Fonti Chris van den Berg su Gamification.it Gamification.it
Ricerca di @Rebecca Ferreri
Comments by ottosublog