Anche per l’edizione 2018 Ottosunove ha partecipato al Neuromarketing World Forum, organizzato dalla Neuromarketing and Science Business Association (NMSBA). Per noi questo appuntamento è diventato abituale: è una occasione unica di incontro e condivisione di esperienze, dalla quale attingiamo nella realizzazione di CERTAMENTE, l’unico convegno italiano sul neuromarketing.

Alcuni degli speaker che domani saranno sul palco di CERTAMENTE 2018 erano anche tra i relatori del World Forum; abbiamo deciso di lasciare ad Andy Myers, direttore di Walnut Unlimited, il racconto di alcune evidenze che val la pena di condividere.

La versione integrale dell’articolo, di cui riportiamo qui alcuni brani, è disponibile su LinkedIn

“L’edizione 2018 del Neuromarketing World Forum, organizzato dalla Neuromarketing and Science Business Association (o NMSBA) ci ha portati dall’altra parte del globo, a Singapore, riunendo agenzie e clienti per analizzare e condividere case study e ricerche illuminanti e d’ispirazione. Ho avuto il privilegio di tenere una presentazione durante la conferenza; il mio intervento, relativo alla generazione di contenuti originali per i brand, è disponibile qui.

In linea generale, il settore del neuromarketing continua a crescere. Elissa Moses di IPSOS si è dedicata negli ultimi mesi ad analizzare nel dettaglio i dati riportati nel Greenbook, che indicano un utilizzo del 53% dei metodi di neuromarketing nel corso del 2017 (in aumento rispetto al 44% del 2015): e questa cifra, sorprendente già per sé, non include le tecniche implicit relative ai tempi di reazione (senza dubbio diffusissime). A ulteriore conferma, insomma, di quello che ripetiamo ogni anno, il neuromarketing (o, come preferiamo chiamarlo, la neuroscienza del consumatore) non è certamente una moda passeggera. La rivoluzione emotiva è decisamente in atto (…)

Ad avermi colpito quest’anno è stata la mancata menzione delle tecniche basate sull’implicit. Negli anni passati difficilmente passava ora prima che venisse citato un metodo basato sull’implicit online; quest’anno, invece, l’assenza di questi elementi era evidente. Significa forse che queste tecniche non sono più così apprezzate? Penso che la risposta unanime sia “tutt’altro”! È vero piuttosto che questi metodi sono ormai così diffusi, all’interno del nostro settore, da non rappresentare più un tema d’attualità; come ha affermato Cristina de Balanzo lo scorso anno, sono diventati la nuova normalità per misurare con efficacia la connessione emotiva con i consumatori. Non sarei però sorpreso se una nuova ondata di applicazioni implicit fosse in arrivo.

(…)

neuroMARKETING

Il punto chiave del neuromarketing, per me, è sempre consistito nel comprendere meglio il comportamento umano, aggiungendo al puzzle un pezzo ulteriore, ovvero la dimensione inconscia ed emotiva, e usandolo per generare insight fruibili per i clienti e i loro marchi.

L’obiettivo finale del neuromarketing non è l’attività scientifica, ma la generazione di insight fruibili che consentano ai marchi di entrare meglio in contatto con le persone.

Questo punto può sembrare ovvio, ma voglio sottolinearlo perché penso sia importante non perdere di vista l’obiettivo finale. L’obiettivo finale del neuromarketing non è l’attività scientifica, ma generare insight fruibili che consentano ai marchi di entrare meglio in contatto con le persone. Tra le critiche mosse al neuromarketing in passato, il fatto che la scienza sulla quale si basava non fosse convertibile in risultati di business; insomma che i due mondi, accademico e del marketing, fossero troppo distanti. Mentre è chiaramente molto importante che gli strumenti e i metodi utilizzati siano scientificamente validi e trasparenti (per quanto commercialmente fattibile), dobbiamo creare un ponte tra questi due mondi, tra arte e scienza: se perdiamo di vista questo elemento, non ci vorrà molto perché la tendenza di crescita attuale si inverta!

(…)

Le tecniche e le applicazioni sono quindi in crescita; e alcuni elementi stanno diventando mainstream, ma questo si riflette sulle modalità con cui i marchi investono i loro budget?

No, il neuromarketing non è una moda passeggera: ma in quale misura è stato veramente adottato?”

Andy Myers sarà a CERTAMENTE 2018 l’11 maggio, con un intervento sul potere dell’olfatto in relazione alla brand experience.