Nel nostro quotidiano siamo circondati da oggetti e servizi che riteniamo ormai indispensabili, ma di cui, fino a una manciata di anni fa, non pensavamo di poter sentire la mancanza. Uno di questi è sicuramente Internet: in un’esistenza iper-connessa, come quella a cui oggi siamo abituati, ci sembrerebbe assurdo non poter accedere ai contenuti della Rete, che vanno dai webinar professionali ai teneri gattini miagolanti dei social. Ma non dobbiamo dimenticare che la possibilità di accesso a Internet è ancora assente in molte parti del mondo.

Facebook ha dato vita al progetto Athena, in onore alla dea della sapienza della mitologia greca. Il nome non è scelto a caso: si tratta di un programma che prevede di lanciare una rete di satelliti nella cosiddetta orbita terrestre bassa, a un’altitudine variabile tra i 160 e i 2.000 km, per rendere fruibile la connessione veloce in tutti i luoghi del mondo in cui questa sia attualmente assente, troppo costosa o impossibile da attivare con metodi tradizionali. Athena potrebbe trasmettere una quantità di dati dieci volte superiore rispetto a uno dei suoi principali competitor, Starlink di SpaceX di Elon Musk, con una velocità di download di 10Gbps e una di upload di 30Gbps.

L’ufficio stampa di Facebook non si è sbilanciato sul tema, dichiarando che “[…] anche se non abbiamo nulla da condividere su questo specifico progetto al momento, crediamo che la tecnologia satellitare giocherà un ruolo importante nello sviluppo delle infrastrutture di banda larga di prossima generazione, rendendo possibile l’arrivo della banda larga in aree rurali dove la connettività internet è carente oppure inesistente.”

Athena è ancora in fase embrionale: i potenziali ostacoli alla realizzazione sono molti tra cui, sul podio, i costi elevati. I satelliti necessari ad Athena, infatti, hanno dimensioni relativamente molto più piccole (più o meno come un autobus) rispetto alla norma, perciò, per garantire una connessione accettabile in termini di stabilità e velocità, il loro numero deve essere ragguardevole, nell’ordine delle centinaia, se non migliaia.

Se fosse avviato, però, Athena sarebbe un progetto pionieristico, creato da una delle più grandi compagnie del mondo. Non siamo in grado di prevedere quali conseguenze potrebbe avere, ma non sarebbe affascinante vivere in un mondo interamente connesso? Quali prospettive potrebbero spalancarsi davanti a noi?