“La memoria è il diario che ciascuno di noi porta sempre con sé”, Oscar Wilde.
Uno degli strumenti più importanti che abbiamo in dotazione dalla nascita è la nostra memoria: è impercettibile, invisibile al nostro occhio, ma fondamentale nella vita di ogni giorno. Se non avessimo la memoria dovremmo imparare tutto ogni giorno. Oppure, come faremmo a scegliere se non avessimo il ricordo della nostra esperienza?
Provate per un momento a concentrarvi sul vostro braccio, sul vostro stomaco e ora provate a concentrarvi sulla vostra memoria? Riuscite a percepirla? Sicuramente è un esercizio che ci mette difficoltà. Non vedendola, né sentendola, è difficile riuscire a concentrarsi su di essa. Spesso infatti non abbiamo consapevolezza della nostra memoria, ci sembra qualcosa di automatico, ma ci accorgiamo di quanto sia importante solo quando non ricordiamo più il nostro PIN del cellulare, una password che usiamo tutti i giorni oppure quando abbiamo una parola sulla punta della lingua ma non riusciamo a riportarla alla nostra mente.
Esistono una o più memorie?
Facciamo chiarezza: esistono molte classificazioni, ma principalmente si distinguono la memoria a breve termine e la memoria a lungo termine. Al loro interno abbiamo tuttavia diversi tipi di memoria, ma come si chiamano e quali caratteristiche hanno?
Memoria procedurale: sappiamo nuotare, sciare, guidare l’auto, andare in bicicletta? Questi comportamenti appresi e ormai diventati automatici sono fissati nella nostra mente grazie a questo tipo di memoria.
Memoria semantica: se pensiamo a quando studiavamo le capitali in geografia oppure le date delle guerre in storia, tutte queste informazioni sono immagazzinate grazie a questo tipo di memoria. Pur avendo connotazioni emotive è determinata da elementi fissi, stabili nel tempo, come date importanti o definizioni.
Memoria autobiografica e episodica: i nostri vissuti connotati emotivamente, come la casa dei nonni o i profumi di un luogo che abbiamo nel cuore, fanno parte di questo tipo di memoria.
Memoria visiva: quando camminando per strada vediamo il viso di una persona o un luogo e ci diciamo “questa persona o questo luogo li riconosco”, in questo caso interviene la memoria visiva, che conserva le immagini o le esperienze vissute nel passato.
Memoria uditiva: è quella memoria che permette ad alcune persone di ricordare con facilità sequenze sonore e timbri musicali. Pensate alle recenti ricerche sul cervello musicale, studiando le mappe mentali di un artista come Sting.
Memoria motoria: quel tipo di memoria che immagazzina nel nostro cervello i diversi gesti, movimenti e sequenze motorie che ci servono nella vita di tutti i giorni. Un esempio è quello che avviene nella danza spontanea.
Memoria iconica: quando leggiamo un numero di telefono e ce lo ricordiamo immediatamente è grazie a questa memoria; essa trattiene informazioni visuali e spaziali che si collocano nella memoria recente. Questi pochi ricordi sono legati al numero di elementi impressi nella retina, registrati dopo averli visti e rimangono nella nostra memoria per brevissimo tempo. Tuttavia alcuni elementi come la nitidezza e la luminosità possono far perdurare per un tempo maggiore l’immagine e quindi il ricordo.
Come possiamo fissare un contenuto importante nella memoria a lungo termine?
Come aveva individuato lo psicologo George A. Miller già in una ricerca del 1956, la nostra capacità di memorizzazione è abbastanza limitata: la mente umana può tenere a mente più o meno 7 elementi. Ricerche recenti invece hanno abbassato questa indicazione portandola tra 3 o 4 elementi.
Un ulteriore studio pubblicato su Science nel 2010, ha rivelato che le cortecce sensoriali di ordine superiore, quelle che elaborano gli stimoli sensoriali, sono fondamentali nel fissare i ricordi emotivi. Anche alcuni ricercatori dell’Istituto Nazionale di Neuroscienze di Torino hanno scoperto che queste strutture sono indispensabili per associare la sfera emotiva con le informazioni che pervengono dai 5 sensi.
Come possiamo quindi far sì che un nostro contenuto pubblicitario, un’informazione che diamo ad un nostro potenziale cliente, un post su un social o una nostra brochure possa passare da contenuto presente nella memoria a breve termine a memoria a lungo termine?
La sfera delle emozioni è sicuramente importante input per far rievocare ricordi (pensate a Mulino Bianco o Barilla) o per far provare emozioni come la nostalgia. Già un esperimento effettuato nell’83 dal Memory Group della University of Warwick dimostrò una connessione duratura tra un odore e uno stato d’animo, che può essere rievocato facilmente percependo quell’odore in un periodo successivo.
Possiamo pertanto dedurre che le esperienze sensoriali e la loro memoria si associano a spazio-tempo ed emozioni. Uno stimolo olfattivo, per esempio, corrisponde ad un vissuto ed un’immagine emozionale. Dobbiamo però tener a mente che la memoria sensoriale è influenzata dalla cultura e dalla società di appartenenza, ma soprattutto dalla storia personale di ognuno di noi. E così il profumo del cocco per un italiano rimanda subito all’estate, alla spiaggia, ad un profumo esotico o ad una crema, mentre ad un thailandese rimanderà ad un alimento quotidiano e a chi ha bevuto in passato una medicina con un’essenza di cocco, appena sentirà l’odore avrà subito un’associazione negativa e di repulsione.
Fonti:
http://www.wired.it/scienza/medicina/2015/05/21/scienza-ricordi/
Comments by Daniela Avidano