Quando riassumiamo un vissuto, un’emozione o un pensiero diamo origine alla “parola”, che altro non è che l’evocazione, la suggestione e il filtro che modifica il nostro modo di percepire la realtà. Con le parole infatti possiamo creare, immaginare, spiegare, insegnare, raccontare, dire, ma soprattutto trasmettere e suscitare emozioni a chi ci sta ascoltando.
Pensiamo per esempio all’effetto che hanno su di noi le parole quando risuonano per giorni nella nostra mente e ci sembra di non riuscire a digerirle, o quando al contrario ci riempiono il cuore, ci emozionano, accrescono la nostra autostima ocreano sentimenti profondi.
L’impatto delle parole negative sul cervello.
Quanto potere hanno quindi le parole sul nostro cervello? E i “no” cosa possono stimolare? A queste domande hanno cercato di rispondere gli studiosi del Brookhaven National Laboratory di New York, che hanno analizzato l’impatto dell’uso sistematico delle parole negative. I ricercatori statunitensi hanno scoperto che causano un’alterazione dei livelli ormonali e dei neurotrasmettitori. Visualizzarela parola “no” anche solo per un secondo stimola il rilascio di cortisolo, un ormone che contribuisce allo stress.
Se un semplice “no” ha questo effetto, cosa potrebbe causare la lettura di un elenco intero di frasi o parole negative? Probabilmente può peggiorare il nostro umore e, a livello emotivo, può farci avvertire un senso di angoscia o tristezza. Inoltre le emozioni vengono ancora più amplificate se le parole negative vengono pronunciate a voce. L’amigdala si attiva immediatamente e alle parole negative si assoceranno esperienze negative che si trasformano in allarme per il nostro cervello.
Le parole positive sono più potenti.
Possiamo trasformare le negazioni in una costruzione positiva della frase, mantenendo comunque il senso? Scegliere con accuratezza la frase che andremo a dire può cambiare la percezione del nostro interlocutore.
Come riporta uno studio del 2013 condotto presso l’Università Claude Bernard di Lione, è stato dimostrato che le frasi positive inducono all’azione. L’esperimento ha scoperto che ascoltare verbi legati al movimento aumenta automaticamente la forza con la quale afferriamo gli oggetti. Ma se le parole vengono presentate nella loro forma negativa, non si verifica alcun cambiamento.
Il nostro cervello reagisce infatti in maniera diversa in base ai vocaboli che utilizziamo. Verbi come “Vai! Salta! Attacca!” attivano diverse aree cerebrali mentre parole come “Stop. Siediti. Guarda.” producono invece uno stato d’inibizione.
Perché bisogna parlare sempre in positivo.
Nel nostro parlare quanti “no”, “non” e negazioni utilizziamo? Dalle conversazioni con gli amici agli incontri con i clienti utilizziamo spesso frasi killer come “No no, hai ragione!” oppure “No, volevo solo dire che…”. Queste frasi risultano poco efficaci in quanto richiedono più energia per essere elaborate dal nostro cervello. Abbiamo bisogno infatti di più tempo per elaborare una frase negativa, in quanto tendiamo prima a pensarla in positivo per poi elaborarla in negativo.
Facciamo un esempio, se dico “non pensare ad un spiaggia tropicale” a cosa stai pensando? Probabilmente stai già visualizzando mentalmente una bella spiaggia di sabbia bianca circondata da palme. Lo stesso accade quando tutti i giorni pronunciamo frasi come “Non si preoccupi”, “Non voglio insistere” o “Non voglio prenderla in giro”.
Quando utilizziamo frasi negative il nostro inconscio percepisce la frase nel suo senso opposto, invitandoci a fare proprio quello che ci viene richiesto di non fare. In ogni forma di comunicazione, quando vogliamo che il messaggio arrivi davvero al nostro interlocutore, ricordiamoci quindi di calibrare bene le parole che utilizziamo e soprattutto chiediamoci che effetto avrebbe se lo dicessero a noi.
Fonti.
Terremarsicane
Plos
What Is in a Word? No Versus Yes Differentially Engage the Lateral Orbitofrontal Cortex
Comments by Daniela Avidano