L’estate è il momento perfetto per staccare la spina, rallentare, rilassarsi e prendere decisioni leggere: mare o montagna? Mojito o spritz? Ma sotto la superficie scintillante delle ferie e del relax, c’è un meccanismo silenzioso che si attiva: la fatica decisionale, o decision fatigue. Quando anche scegliere tra gelato al pistacchio o alla nocciola può diventare un compito logorante, soprattutto se il caldo, l’eccesso di stimoli e i ritmi alterati fanno perdere lucidità.
È possibile che la stagione che associamo al “dolce far niente” metta in crisi la parte decisionale del nostro cervello? In questo articolo vedremo cosa ci dice la neuroscienza su questo fenomeno, perché l’iperstimolazione tipica dell’estate rende le nostre decisioni meno razionali e più impulsive, e come possiamo proteggerci da questo sovraccarico cognitivo.
Il termine “decision fatigue” è stato coniato per descrivere il calo progressivo nella qualità delle nostre decisioni man mano che ne prendiamo molte durante la giornata. Ogni scelta, anche la più banale, consuma risorse mentali. Col tempo, il cervello entra in uno stato di saturazione cognitiva, in cui tende a evitare le decisioni, rimandarle o affrontarle con superficialità.
A livello neurobiologico, il processo coinvolge la corteccia prefrontale dorsolaterale, l’area deputata al controllo esecutivo, alla pianificazione e alla regolazione dell’impulsività. Quando questa zona è sovraccaricata, diventiamo più vulnerabili agli errori di valutazione, al pensiero automatico e alle scorciatoie cognitive come bias e euristiche.
Estate: terreno fertile per la fatica decisionale
L’estate altera profondamente il nostro ambiente fisico e comportamentale, andando a colpire esattamente quei fattori che facilitano la decision fatigue: il caldo eccessivo, l’alterazione della nostra routine, una possibile diminuzione delle ore di sonno e della qualità dello stesso, grandi aspettative sociali e di realizzazione personale come le vacanze, il tempo libero, la sensazione d’avventura unita a stimoli sensoriali potenti e continui, possono generare una tempesta perfetta per il nostro sistema cognitivo.
Uno studio condotto da una ricercatrice di Melbourne, Escobar Carias et al. (2021), (1) intitolato “Heat and Economic Preferences”, ha mostrato che temperature notturne superiori ai 22°C compromettono funzioni cognitive come la memoria di lavoro e l’autocontrollo. In condizioni di caldo, le persone prendono decisioni più impulsive, mostrano minore tolleranza al rischio e faticano a mantenere coerenza tra le scelte.
Il calore, infatti, non agisce solo a livello fisico: altera i livelli di neurotrasmettitori come dopamina e serotonina, influenza il ritmo circadiano e riduce la qualità del sonno. E un cervello stanco, come dimostra la ricerca, è un cervello meno razionale.
Stimoli sensoriali e sovraccarico cognitivo
L’estate è un periodo di forte iperstimolazione: spiagge affollate, musica, eventi. Questo ambiente “carico” esaurisce la nostra capacità di filtrare le informazioni e riduce la soglia di tolleranza allo stress.
In uno studio di Boksem, Meijman e Lorist (2005) (2) pubblicato su Cognitive Brain Research, è stato dimostrato che la fatica mentale prolungata riduce l’attenzione selettiva e la capacità di inibire stimoli irrilevanti. Il risultato? La mente si affida sempre di più a risposte automatiche e meno riflessive.
Sotto il sole estivo, insomma, è più facile cedere al primo impulso, ordinare qualcosa di inutile, o lasciarsi convincere da un’offerta pubblicitaria senza verificarne i dettagli.
Decisioni incoerenti: una questione di stabilità
Un altro studio fondamentale, (3) pubblicato su Scientific Reports (Whitney et al., 2015), ha mostrato che la fatica decisionale non modifica necessariamente le preferenze, ma rende le scelte meno stabili e coerenti. Una persona affaticata può passare da una strategia razionale a una impulsiva nell’arco di poche ore, anche se le condizioni esterne non cambiano.
Per i professionisti del marketing e della comunicazione, questo significa che i consumatori estivi sono più volatili, meno coerenti e più reattivi agli stimoli visivi e ai messaggi emotivi. E per il consumatore stesso? Una maggiore probabilità di pentirsi delle proprie scelte.
Una quarta variabile: il multitasking estivo
Una recente revisione sistematica della letteratura sul sovraccarico cognitivo digitale, (4) pubblicata nel 2022 su Frontiers in Psychology da Van der Linden et al., ricercatori dell’Università di Exeter ed esperti di psicologia cognitiva e psicologia applicata, ha evidenziato che l’esposizione prolungata a stimoli digitali (come social media, messaggistica continua, notifiche push) aggrava la fatica cognitiva e compromette la capacità di prendere decisioni informate. Durante l’estate, questo fenomeno si accentua perché passiamo più tempo liberi… ma anche più esposti.
Dai risultati si evince che la sovraccarica informativa è direttamente collegata al calo della performance cognitiva, dimostrando come l’eccesso di stimoli riduca la capacità di elaborare alternative complesse e favorisca la semplificazione eccessiva.
Come proteggersi dalla decision fatigue estiva?
Per evitare questo sovraccarico mentale e limitare il rischio di sentirci più stanchi a livello cognitivo, è fondamentale:
- Ridurre le scelte non essenziali. Creare delle piccole routine quotidiane per evitare di sprecare energie su scelte poco rilevanti. Esporsi meno agli stimoli. Silenziare le notifiche non necessarie, pianificare della “pause digitali” in cui interrompere il contatto con il mondo social, cercare ambienti poco affollati e rumorosi, aumentare il contatto con la natura.
- Riposare, davvero. Non è sufficiente essere in ferie. È necessario dormire bene, spegnere la mente e rigenerare le funzioni prefrontali.
- Programmare le decisioni importanti nei momenti di lucidità. Le prime ore del mattino sono le migliori per prendere delle decisioni razionali.
- Accettare il “non-decidere”. Sospendere alcune decisioni o rimandarle può essere una strategia cognitiva intelligente e non un segno di debolezza o un tentativo di procrastinazione.
Estate e leggerezza mentale possono convivere
Non c’è nulla di sbagliato nell’abbandonarsi all’estate, ai piaceri semplici, ai momenti di svago. Ma sapere che il nostro cervello ha dei limiti – e che il caldo, gli stimoli e la sovraesposizione informativa possono influenzare le nostre decisioni – è un atto di cura verso noi stessi.
La consapevolezza è il primo passo per prendere decisioni più lucide, anche sotto l’ombrellone. Magari non ti salverà dalla scelta sbagliata del gelato… ma ti aiuterà a non firmare un contratto importante mentre sudi in fila all’aeroporto.
1)https://www.researchgate.net/publication/355222602_Heat_and_Economic_Preferences
2)https://www.researchgate.net/publication/7827729_Effects_of_mental_fatigue_on_attention_An_ERP_study
Comments by gabrischettino