CAPIRE IL PROCESSO VISIVO

Esiste la tendenza a pensare che il fatto di “guardare” sia universale e condiviso da tutti. Trascuriamo invece l’idea che, allo stesso modo in cui esistono lingue e linguaggi nazionali, esistono anche modi diversi di guardare che si sviluppano in funzione di molteplici fattori.
Come la scrittura, la visione è un processo di apprendimento.

Anzitutto, dobbiamo distinguere fra “vedere” e “guardare“.

Vedere è un fatto fisiologico comune a tutti. Consiste nell’individuare un elemento posto di fronte all’occhio. Un’immagine arriva alla corteccia visiva del cervello attraverso l’occhio e attiva dei neuroni specializzati che ne codificano la forma, il colore, la posizione, la dimensione, ecc.

Guardare, invece, consiste nel dare un senso a ciò che vediamo. Noi vediamo un bicchiere, ad esempio, e i neuroni specializzati ci indicano che quel bicchiere è di un determinato colore, fatto di un determinato materiale in una determinata dimensione. Capiamo a che distanza è da noi e intuiamo che peso potrebbe avere.

processo della visione

Guardandolo, invece, gli diamo un nome (per l’appunto “bicchiere”) e un uso: il bicchiere serve a contenere liquido.

Il succo non sta, quindi, nelle immagini che vediamo, ma nell’interpretazione che il cervello ne fa. Si dice spesso che il cervello sia ‘la macchina perfetta’. Il cervello non è una macchina: una macchina funziona; il cervello DIVENTA, si trasforma, cambia in funzione del tempo, lo spazio, il contesto, l’individuo, ecc. Il pensiero visivo è una questione, quindi, di plasticità.

Il cervello visivo ha 3 aspetti fondamentali: – La modularità: l’immagine arriva all’occhio come un’unità che viene scomposta dalla retina ed inviata ad ogni neurone specifico – La gerarchia: nell’evoluzione del cervello sono apparsi dei neuroni dedicati a ciò che noi riteniamo più importante, ovvero le facce, le mani, i movimenti, ecc. Riusciamo a dare una scala gerarchica a ciò che vediamo, e quindi a focalizzare lo sguardo in ciò che ci interessa. – L’empatia: riusciamo a riconoscere i movimenti perché capiamo che anche noi potremmo farli. Li viviamo come qualcosa di ‘percorribile’ e ‘riconoscibile’ per il nostro corpo.

Il passaggio fra l’azione meccanica (“vedere”) e l’interpretazione di questa visione (“guardare”) risiede nell’emotività. La corteccia visiva collabora con il nucleo emotivo del cervello, il sistema limbico.. L’interpretazione di ciò che l’occhio vede è il risultato dell’interazione del sistema limbico con lo stato corporeo, lo stato somatico, le condizioni psicologiche e la storia culturale di ogni individuo: elementi fondamentali e distintivi per la comprensione della realtà.

L’andare “a occhio” nel progettare è spesso sinonimo di imprecisione e superficialità. Come vedremo di seguito, invece, l’occhio e il cervello hanno degli strumenti estremamente complessi, sia fisiologici che acquisiti, per codificare e interpretare il mondo che ci circonda. Per cui alla fine, fidarci del nostro occhio, e con il supporto che solo la consapevolezza ci dà, potrebbe non essere un approccio poi così sbagliato.

Partiamo quindi dall’occhio.

Da cosa è composto l’occhio? Il bulbo oculare è fatto a strati come una cipolla, si trova nella cavità orbitale e, insieme al movimento della testa e del corpo, ci permette di esplorare attivamente la scena visiva. L’IRIDE è composta da piccoli muscoli che si distendono e contraggono aprendo e chiudendo la pupilla. LaPUPILLA, a sua volta, regola la quantità di luce che entra nell’occhio a seconda delle esigenze visive. Il CRISTALLINO serve per formare immagini nitide e laSCLERA, bianca e visibile solo negli essere umani, evidenzia la direzione dello sguardo.

Composizione dell'occhio

La percezione inizia quando la luce colpisce il fondo dell’occhio; questo è ricoperto da una membrana nervosa chiamata RETINA. Sul fondo della retina si trova uno strato di pigmenti che assorbe la luce di modo che questa, una volta colpito il ricettore, non rimbalzi nell’occhio creando riflessi o disturbi. All’interno della retina ci sono i RICETTORI (125 milioni per ogni occhio), cellule nervose specializzate nellatrasformazione della luce in segnale nervoso.

La retina è costituita da 3 strati di Neuroni diversi connessi tra di loro. Nello strato più profondo sono presenti i CONI, che lavorano la luce diurna e distinguono i dettagli fini e i colori, e I BASTONCELLI, che raccolgono i segnali di brillanza, interpretati dal cervello come scala di grigio. Negli altri due strati meno profondi sono presenti le cellule che raccolgono il segnale dai fotorecettori e lo inviano poi al cervello.

Con l’occhio non si riesce a vedere «tutta la scena in una volta» come se fosse un quadro. Il cervello elabora una piccolissima parte del campo visivo per volta, circa il 5%. Dobbiamo perciò muovere gli occhi di continuo: è il Cervello a decidere cosa fissare.

Una delle difficoltà delle arti e del design è il fatto che chi le esercita è incredibilmente allenato alle composizioni visive rispetto a chi le riceve. Quando si progetta è necessario mettersi “negli occhi” del fruitore, tenendo conto sia della base fisiologica che accomuna tutti gli uomini, sia degli aspetti culturali del nostro destinatario.

cervello, occhio e mano

Per comprendere come progettare in maniera consapevole abbiamo voluto imparare il funzionamento della percezione visiva. Il cervello è protagonista di questa attività, poichè attribuisce un significato a ciò che viene visto. Questo avviene grazie al tessuto nervoso formato da Neuroni che hanno il compito di ricevere, integrare e trasmettere gli impulsi nervosi. I neuroni hanno un corpo centrale da cui si dipartono dei bracci detti DENDRITI (che ricevono il segnale nervoso da altri neuroni) e un braccio più lungo detto ASSONE(che trasmette il segnale verso altri neuroni).

La sinapsi è una struttura altamente specializzata che consente la comunicazione dei neuroni tra loro o con altre cellule. Attraverso la trasmissione sinaptica, l’impulso nervoso può viaggiare da un neurone all’altro o da un neurone ad una fibra, ad esempio muscolare.

Il Sistema Nervoso è un programma aperto. Appena nati siamo in possesso di una determinata struttura neuronale che l’ambiente, attraverso stimoli e sollecitazioni, modificherà con lo sviluppo. L’uomo è l’unico animale che nasce SENZA ISTINTO ma pronto plasticamente a essere educato ed educare. IlLINGUAGGIO potrebbe essere considerato il suo istinto ma deve essere imparato.

Il cervello è suddiviso in diversi emisferi, ciascuno con la propria responsabilità di rielaborazione: il lobo frontale è quello che più viene coinvolto in attività di ragionamento. Da esso derivano il senso morale, la capacità di formulare giudizi o la programmazione; il lobo parietale assolve funzione di percezione del Mondo esterno, il lobo Occipitale gestisce il processo di visione, il lobo temporale è considerato il Centro del linguaggio e dell’udito.

sezioni cervello

Nella parte interna del Cervello abbiamo il Sistema Limbico, responsabile dei nostri comportamenti emozionali come la paura o il piacere. Le informazioni visive attraversano la retina e si incrociano nel chiasma ottico. Infatti, che ciò che viene percepito a destra viene rielaborato dall’emisfero sinistro e viceversa.

Vi sono due vie che portano l’informazione visiva al cervello: la via Ventrale definita del Cosa, che porta informazioni relative alla forma, al colore ed alla identità degli oggetti; la via del Dove che elabora lo spazio, l’ambiente e il movimento.

A seguito dell’elaborazione mentale delle informazioni provenienti da queste due vie si ottiene una percezione visiva, ovvero un’esperienza soggettiva che determina ciò che noi crediamo di vedere.

Ricerca a 7 mani
@Mario Testagrossa – @Clara Bovetti – @Tomeu Canals – @Sylvie Fleury – @Franceso Forchino – @Rossana Clementi – @Davide Rolando

Fonti
Guardare, Pensare, Progettare.
Neuroscienze Per il Design.
@Riccardo Falcinelli